Utilizzata in cucina per impreziosire i piatti con un aroma intenso e inconfondibile, la curcuma è una spezia sempre più conosciuta e – a buon diritto - apprezzata nel mondo occidentale. La sua storia, però, è molto più antica, poiché viene impiegata da millenni nella medicina cinese e indiana grazie alle sue molteplici proprietà, utili per chi soffre di problemi alle articolazioni, ma non solo.
Curcuma, una spezia che viene da lontano
La curcuma (detta anche turmerico) è una pianta perenne originaria del Sud Est asiatico, in particolare dell’India e Pakistan, dove cresce ai margini delle foreste e lungo le rive dei fiumi grazie al clima tropicale, caratterizzato da temperature elevate e alti tassi di umidità. Dal punto di vista botanico è una radice e ne esistono moltissime varietà, ma quando si parla di curcuma ci si riferisce solitamente alla curcuma longa.
Il nome deriva dalla parola araba “kurkum” che significa zafferano, a causa del colore giallo intenso del rizoma: tra i molteplici usi, la curcuma viene anche utilizzata come tintorio per la lana e la seta.
In India la curcuma è conosciuta fin dalla più remota antichità, infatti si trovano testimonianze del suo utilizzo già nei testi indiani dei Veda di 3.000 anni fa. Oltre che per l’uso alimentare (è utilizzata per molti piatti quotidiani e a base di curry) è ampiamente coltivata perché è uno dei principali rimedi della medicina ayuverdica, secondo la quale svolge proprietà purificatrici sul corpo, risultando efficace in una grande varietà di disturbi. Anche in Occidente la curcuma ha ormai valicato i confini della “semplice” spezia, attestandosi come vero e proprio superfood, grazie ai sempre più numerosi studi scientifici che hanno dimostrato le sue proprietà benefiche per la salute.
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La spezia alleata di chi soffre di artrosi
Diverse ricerche scientifiche hanno riconosciuto alla curcuma diverse proprietà utili a chi soffre di artrosi e patologie articolari, principalmente per tre motivi:
- svolge un’azione coadiuvante antinfiammatoria poiché inibisce le citochine infiammatorie, particolari enzimi che danno vita al processo infiammatorio;
- grazie alla funzione analgesica e al suo effetto antiflogistico su tessuti e cartilagini, aiuta a combattere i dolori muscolo-scheletrici tipici delle patologie infiammatorie croniche come l’artrosi e l’artrite reumatoide;
- il principio attivo (la curcumina) ha importanti proprietà antiossidanti che proteggono l’organismo dai radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. La curcuma è infatti al settimo posto nella scala ORAC, che definisce la capacità degli alimenti di contrastare lo stress ossidativo e gli effetti nocivi dei radicali liberi prodotti come scarto dei processi metabolici (link a articolo 3c stress ossidativo).
Una sua particolare azione riguarda l’efficace inibizione dell’infiammazione articolare quando il trattamento preceda la sua comparsa, svolgendo quindi una vera e propria attività di prevenzione.
Altre proprietà della curcuma
Come anticipato la curcuma vanta numerose virtù che la rendono un vero e proprio superfood, che andrebbe introdotto nell’alimentazione di tutti. Questa spezia da anni è al centro di ricerche scientifiche che hanno ormai dimostrato alcune importanti e interessanti proprietà:
- stimola il sistema immunitario, rendendolo più reattivo ed efficace nella protezione dell’organismo da infezioni virali e batteriche;
- migliora la funzionalità di stomaco e intestino - aiutando contro le difficoltà digestive e i disturbi gastrici – e anche del fegato, stimolandolo a produrre più bile, contribuendo così ad eliminare il colesterolo in eccesso;
- contribuisce a proteggere l’apparato cardio-circolatorio poiché favorisce la fluidificazione del sangue e rafforza il rivestimento dei vasi sanguigni.
Attualmente la curcuma è al centro dell’attenzione di molti ricercatori a livello mondiale per la sua possibile capacità di inibire e, di fatto, bloccare le funzioni di alcune cellule tumorali, evitandone la proliferazione svolgendo così un ruolo attivo nella prevenzione dei tumori e delle malattie neurodegenerative.
Integratori alla curcuma
Pur non raggiungendo i livelli di diffusione dell’India e dell’Asia sud-orientale, la curcuma è ormai molto utilizzata nella cucina occidentale, grazie al gusto fresco e delicato che riesce a conferire ad ogni pietanza e ai suoi benefici ormai riconosciuti.
Come già ricordato, il suo principio attivo risiede nella curcumina, una sostanza che rappresenta solo il 2-6% del contenuto totale della curcuma. Inoltre, le sue molecole sono molto idrofobiche e poco biodisponibili: questo significa che così come sono non vengono assorbite e assimilate in maniera adeguata dall’uomo. Per questo motivo può essere utile ricorrere a un integratore alimentare in cui la curcumina, una volta estratta e purificata, viene concentrata in modo da consentire più facilmente di raggiungere l’apporto giornaliero necessario per garantire un’azione efficace. Gli integratori non vanno confusi con la curcuma di origine sintetica, assolutamente da evitare.
Artrho-wil, l’integratore alla curcuma di Algosfree
Arthro-wil è l’integratore alimentare a base di estratto secco di Curcuma Longa e Salice bianco, addizionato da Pepe nero. Questo prodotto è particolarmente indicato per chi soffre di diminuita funzionalità articolare e stati infiammatori, condizioni tipiche della malattia artrosica e di tutte le forme autoimmuni articolari come l’artrite reumatoide: nell’integratore Arthro-wil all’estratto di curcuma – che come ricordato contrasta gli stati infiammatori, l’artrosi e i reumatismi – vengono infatti aggiunti l’estratto secco di salice, che favorisce la funzionalità articolare, agendo come antagonista dell'infiammazione e il pepe nero, che permette un migliore e più facile assorbimento della curcumina, potenziandone l’efficacia.
Controindicazioni della curcuma
Per quanto riguarda gli effetti collaterali della curcuma, recentemente in Italia si sono registrati alcuni casi di epatite colestatica in seguito all’assunzione di integratori e preparati a base di curcuma. Dopo un’accurata indagine, il Ministero della Salute ha stabilito che le cause sono da attribuire a una specifica sensibilità individuale, a pre-esistenti alterazioni della funzionalità epato-biliare o alla concomitante assunzione di farmaci. È opportuno evitarne l’assunzione anche durante la gravidanza e l’allattamento. In ogni caso è bene ricordare che sempre opportuno rivolgersi al proprio medico curante in caso di dubbi e prima di assumere integratori in presenza di patologie note.
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