Rizoartrosi e vitamina D

Rizoartrosi e vitamina D

L’artrosi è una patologia degenerativa, caratterizzata da un progressivo deterioramento della cartilagine articolare che protegge e lubrifica le ossa. La cartilagine si consuma e si ispessisce, formando osteofiti, ossia delle protuberanze ossee, che possono irritare i tessuti circostanti provocando dolore e infiammazione. L’artrosi può colpire sia le grandi articolazioni - come quella del ginocchio e dell’anca - sia quelle più piccole come quelle delle dita di mani e piedi e prende nomi diversi in base alla zona interessata. La rizoartrosi è l’artrosi che colpisce una delle più importanti articolazioni della mano, l’articolazione trapezio-metacarpale, cioè quella alla base del pollice, causando dolore, rigidità e difficoltà nel movimento. La malattia viene inquadrata secondo una classificazione internazionale chiamata di Eaton: si tratta di cinque stadi (dallo 0 al 4) in ordine di gravità. Soffrire di questa malattia, anche in stadi iniziali, può essere molto invalidante perché porta a una forte limitazione nelle attività quotidiane, come per esempio scrivere, svitare i tappi o girare le chiavi nella serratura.

Rizoartrosi: come fare per contrastarla e prevenirla?

La predisposizione genetica gioca un ruolo fondamentale nell’insorgenza dell’artrosi, così come l’alimentazione e lo stile di vita, cioè quanto vengono sollecitate le articolazioni nel vivere quotidiano. Questo significa, nel caso della rizoartrosi, che alcune categorie lavorative possono risultare più a rischio, perché nel corso degli anni hanno svolto con le proprie mani (e in particolare con i pollici) movimenti ripetitivi e in molti casi veloci: cuochi, parrucchieri, musicisti e in generale chi svolge continuamente lavori manuali. Non è un caso che la rizoartrosi colpisca soprattutto le donne a partire dai 50 anni di età.

Quando la rizoartrosi è ormai in uno stadio avanzato può essere utile rivolgersi a un ortopedico o a un chirurgo specializzato nelle patologie della mano e tramite una radiografia e una visita stabilire la terapia più adatta, da quelle conservative e poco invasive - come per esempio l’utilizzo di un tutore su misura che mantenga il pollice nella posizione corretta - fino a quelle più importanti, come un intervento chirurgico. Molto però può essere fatto prima di arrivare a questo punto e certamente una buona nutrizione può fare la differenza.

L’alimentazione è infatti tra i più importanti alleati contro l’artrosi che, al pari del diabete o della celiachia, può essere trattata ancora prima che cominci con una soluzione semplice e naturale: un regime alimentare basato sull'assunzione dei cibi che fanno bene e sull'eliminazione di quelli che fanno male.

Rizoartrosi e alimentazione

Una dieta mirata, che toglie gli alimenti responsabili dell’infiammazione delle cartilagini, può rallentarne la degenerazione e, di conseguenza, la progressione della malattia artrosica. Ma quali sono gli alimenti da evitare e quali quelli da inserire nella propria alimentazione?

Tra i peggiori nemici per chi soffre di artrosi ci sono gli acidi grassi, che riducono la capacità del corpo di produrre la sostanza sinoviale, necessaria per lubrificare le articolazioni. Vanno quindi evitati i cibi con un alto contenuto di grassi saturi, come la carne (in particolare quella rossa), il latte intero o i formaggi molto stagionati che contribuiscono anche all’innalzamento del colesterolo. Altri alimenti “no” per la rizoartrosi sono le bevande alcoliche, il sale, i cibi fritti e quelli zuccherati (comprese le bevande) che oltre ad aumentare la glicemia contribuiscono a causare un aumento del peso corporeo.

Fino a qui sono stati nominati alimenti che non faticheremmo a individuare come “pericolosi” per la nostra dieta e la nostra salute, ma ci sono anche alimenti innocui e addirittura sani, che chi soffre di artrosi deve comunque evitare. Per esempio gli agrumi, troppo acidi, e le verdure della categoria delle solanacee (pomodoro, melanzane, patate, peperoni) aggravano la sintomatologia artrosica.

Per chi soffre di artrosi ci sono alcuni nutrienti importantissimi: il calcio, essenziale per la formazione e il mantenimento delle ossa e delle cartilagini, la vitamina C, che migliora la sintesi del collagene e gli omega-3, acidi grassi essenziali che l’organismo non è in grado di sintetizzare, che possono ridurre l'infiammazione e il dolore articolare.

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Quindi tra gli alimenti da privilegiare troviamo le farine e i cereali integrali, ricchi di fibre e vitamine, i legumi che danno il giusto apporto di proteine e calcio, il pesce azzurro (come sardine, acciughe e sgombri) ricco di omega 3, frutta e verdura di stagione, in particolare i frutti rossi ricchi di vitamina C.

Vitamina D: è utile per la rizoartrosi?

Tra tutti gli elementi utili a contrastare l’artrosi e la rizoartrosi, ce n’è uno in particolare in grado di fare la differenza: si tratta della vitamina D. La vitamina D è fondamentale per la salute delle ossa, perché favorisce il deposito di calcio e fosforo, che sono i principali componenti delle ossa stesse. Ma i suoi vantaggi non finiscono qui: questa vitamina garantisce un effetto antinfiammatorio, fondamentale per contrastare la flogosi articolare. In più, garantisce un effetto benefico anche per la funzione muscolare, il sistema immunitario e l'equilibrio del glucosio nel sangue.

La vitamina D può essere assunta attraverso l’alimentazione oppure attraverso l'esposizione al sole. Per quanto riguarda la dieta, si tende a pensare che la vitamina D – così come il calcio - sia contenuti in misura importante e quasi esclusiva nel latte e nei suoi derivati, ma in realtà non è così. Infatti il processo di pastorizzazione del latte e dei formaggi distrugge quasi del tutto le componenti benefiche del latte, comprese le vitamine, e, come ricordato, si tratta di alimenti ricchi di grassi saturi e colesterolo. Meglio quindi preferire il pesce azzurro, i legumi e verdure a foglia larga e scura come le bietole, la cicoria, il cavolo riccio e i broccoli.

I raggi solari consentono alla pelle di produrre vitamina D in maniera del tutto naturale, oltre a garantire un generale senso di benessere. Il calore del sole, nostro grande alleato, può aiutare la funzionalità dell'articolazione delle dita, alleviare il dolore e ridurre la rigidità. Ma attenzione: l'esposizione al sole deve essere moderata e protetta, per evitare danni alla pelle e al sistema immunitario. Pertanto, è importante trovare il giusto equilibrio tra l'esposizione al sole e la protezione della pelle contro i raggi nocivi.

Ma come possiamo assumere la giusta quantità di vitamina D per prevenire la rizoartrosi?

Per chi vive in aree con bassa esposizione solare o durante i mesi invernali, può essere difficile ottenere abbastanza vitamina D attraverso la luce naturale. In questo caso, si possono usare degli integratori di vitamina D, che sono disponibili in farmacia. In ogni caso, è importante valutare con il proprio medico l'effettiva necessità di integrare la dieta con gli integratori di vitamina D, perché un'eccessiva assunzione può essere dannosa per la salute. In generale, la dose raccomandata varia in base all'età, al peso e allo stato di salute dell'individuo. 

In sintesi per chi soffre di rizoartrosi, è imprescindibile il consulto con un medico: sarà infatti lo specialista ad individuare i trattamenti più adeguati a gestire la sua situazione specifica, aiutandolo a convivere con la rizoartrosi e puntando all’ottimale recupero della funzionalità delle mani.

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