L’artrosi è una patologia degenerativa che interessa le articolazioni del nostro scheletro: il rivestimento interno (la superficie articolare) composto da cartilagine si danneggia progressivamente fino a distruggersi, provocando dolore, rigidità nei movimenti e nei casi più gravi l’incapacità di compiere anche i gesti quotidiani più banali.
Si tratta di una malattia che colpisce almeno il 30% della popolazione, affliggendo milioni di persone (in Italia più di 5), in particolar modo le donne oltre i 50 anni. La familiarità e l’età sono infatti i fattori che contribuiscono maggiormente allo sviluppo dell’artrosi, insieme allo stile di vita (alimentazione, attività più o meno logoranti) e a lesioni/malformazioni delle articolazioni. La patologia può colpire diverse articolazioni del corpo, con sintomi di diversa entità che possono compromettere la funzionalità articolare e diventare invalidanti. Per questo motivo, tante persone affette dalla patologia artrosica si ritrovano a dover rinunciare ai propri hobbies e, nei casi peggiori, alle attività quotidiane, comprese quelle lavorative, trovandosi costretti a richiedere l’invalidità civile.
Come funziona l’invalidità civile INPS: i punteggi di invalidità
Per invalidità civile si intende l’inabilità a svolgere attività quotidiane, inclusa quella di lavorare, a causa di un deficit fisico, psichico o intellettivo.
Affinché si venga riconosciuti invalidi civili è necessario che ricorrano i presupposti previsti dalla legge, e cioè che la malattia venga accertata da un’apposita commissione e che la patologia risulti essere davvero invalidante. Secondo la legge italiana, è invalido civile chiunque sia affetto da patologie tali da compromettere la normale capacità lavorativa, se la persona sia in età da lavoro, cioè tra i diciotto e i sessantacinque anni e sette mesi oppure renderlo incapace di svolgere le attività tipiche della sua età, qualora non rientrasse nella fascia di cui sopra (quindi se minore di diciotto o maggiore di sessantacinque anni e sette mesi). In entrambi i casi, la riduzione delle capacità deve essere permanente e di almeno un terzo: la soglia minima di invalidità è infatti del 34%, oltre a questa percentuale si possono ottenere agevolazioni che dipendono dal grado di invalidità civile riconosciuto.
- Tra 34 e 45%: prestazioni mediche/socio-assistenziali, protesi ortopediche e ausili gratuiti;
- tra 46 e 49%: iscrizione al collocamento mirato e inserito nel giusto contesto professionale;
- tra 50 e 66%: congedo straordinario per terapie mediche;
- tra 67 e 73%: esenzione parziale o totale dal pagamento del ticket sanitario per visite, esami, cure ed eventuale riabilitazione;
- tra 74% e 99%: assegno di invalidità;
- 100%: pensione di invalidità e, se occorre, indennità di accompagnamento.
Artrosi, malattie reumatiche e invalidità
Alcune malattie articolari e reumatiche rientrano tra le patologie previste dalla legge nelle apposite tabelle ministeriali al fine del riconoscimento dell’invalidità civile: tra queste ci sono la spondilite anchilosante, la sclerodermia, le spondiloartriti, il lupus, le vasculiti e l’artrite reumatoide. Per queste categorie si riconosce una percentuale di invalidità che va dal 21% al 100%: l’assegnazione della percentuale varia in relazione alla gravità della patologia e alla sintomatologia del singolo caso esaminato.
L’artrosi – invece - non è inserita tra le patologie cui spetta automaticamente il riconoscimento dell’invalidità civile. Tuttavia, si può comunque richiederla ed ottenerla se la forma e i sintomi sono così gravi da compromettere la capacità lavorativa e l’autonomia della persona in misura superiore a un terzo (la soglia minima di invalidità, come detto, è del 34%). Se, ad esempio, si dimostra la forte incidenza negativa della malattia sulla vita lavorativa con riduzione delle capacità oppure la difficoltà a compiere le funzioni “normali” della propria età, si potrebbe ottenere l’invalidità civile.
Le forme di artrosi che rientrano nelle patologie passibili di riconoscimento di invalidità civile sono specialmente quelle che colpiscono le articolazioni portanti, come per esempio l’artrosi dell’anca e del ginocchio che, in fase avanzata, causano una importante limitazione della mobilità e della funzionalità e spesso rendono necessario la sostituzione dell’articolazione con una protesi. Altre forme di artrosi che causano una grande compromissione della funzionalità articolare e che quindi possono essere riconosciute come invalidanti sono la spondiloartrosi - che interessa la colonna vertebrale, causando problemi di equilibrio e di deambulazione - e l’artrosi delle mani, che può ridurre la capacità di eseguire le attività quotidiane.
In generale l’invalidità per artrosi è riconosciuta a circa un terzo delle persone che fanno domanda.
Cosa fare per richiedere l’invalidità
Come anticipato, l’invalidità civile INPS dipende dalla gravità della patologia da cui si è affetti e da quanto la malattia comprometta le attività quotidiane: questi aspetti vengono valutati da una commissione medica, che stabilisce l’eventuale percentuale di invalidità.
Questi sono i passaggi da effettuare per fare domanda di invalidità all’INPS:
- Farsi rilasciare dal medico di base un apposito certificato medico che attesti la presenza della patologia invalidante.
- Raccogliere tutti i certificati medici e i referti che attestano la diagnosi della patologia e la gravità, gli esami diagnostici, la documentazione sulle terapie e i trattamenti, i farmaci e gli interventi chirurgici e tutto quanto possa fornire informazioni necessarie per la valutazione della malattia e la compromissione della capacità lavorativa e dell’autonomia della persona.
- Accedere all’area personale del sito INPS per compilare il certificato e la domanda per la richiesta di invalidità civile (in alternativa, si possono trasmettere, gratuitamente, tramite patronato) e inoltrarlo all’Inps in forma telematica.
- Presentarsi alla visita medica presso una struttura sanitaria convenzionata con l’INPS per l’accertamento della patologia (Commissione ASL e medico INPS).
La procedura di richiesta del riconoscimento dell’invalidità civile può richiedere diversi mesi. In caso di rifiuto, è possibile presentare un ricorso entro 60 giorni, ma è comunque sempre consigliabile rivolgersi a professionisti del settore - avvocati e/o operatori di caf e patronato - per ricevere aiuto e supporto.
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